Questa è una storia a due cilindri e due ruote che nasce molto tempo fa. È la storia di un lungo corteggiamento sfociato, non appena le condizioni economiche l’hanno permesso, in una passione viscerale, istintiva, di pancia. Lei si chiamava Imola e era una Moto Guzzi acquistata di seconda mano con i pochi soldi racimolati grazie ai piccoli lavori saltuari da studente. È anche una storia di cadute perché, come sa bene chi va in moto, è quando cadi che impari a rialzarti, è grazie a una caduta che impari a non cadere più. Poi, però, ci sono anche cadute dalle quali non ti rialzi e la moto, come molte altre altre cose, diventano ricordi che, col tempo, si fanno sempre più sbiaditi. Quello che però non sai è che quella che consideravi una perdita irreparabile è ancora lì, nascosta da qualche parte. Ed è paziente. Paziente e inesorabile come tutte le storie che hanno a che fare col mito e che col mito hanno un’altra cosa in comune: un destino di rinascita.
Quello che infatti capisci col tempo è che devi apprendere di nuovo a fare le cose più semplici, non come le facevi prima ma in un altro modo perché, quel giorno, quando sei caduto, hai perso l’uso del braccio sinistro e anche un’operazione banale come allacciarsi le scarpe diventa un esercizio di virtuosismo. Certo, uno può anche decidere di farsi allacciare le scarpe da qualcun altro o rassegnarsi a calzare mocassini a vita, ma il punto è proprio questo perché cadere così rovinosamente ti lascia anche un altro insegnamento: puoi scegliere se rimanere a terra o dannarti l’anima per trovare un modo alternativo di rimetterti in piedi. Un passo alla volta, un obiettivo alla volta. Lo metti nel mirino e cominci a girargli intorno fino a scovare il suo punto debole, la soluzione diversa e mai tentata prima che ti permetterà di centrarlo. Ho detto come, non se. Allora la variabile tempo non esiste più, esiste la feroce determinazione di vincere, di arrivarci finalmente.
Ci arrivi anche – o forse soprattutto – con le inevitabili sconfitte che, come le cadute, ti insegnano a non perdere più, a cercare un’alternativa ancora diversa. Oggi nel mirino c’è un altro bersaglio, impensabile fino a poco tempo fa, ma questo è il bello degli obiettivi: si mostrano quando sei pronto o, forse, quando loro decidono che è arrivato il momento. E come tutte le storie mitiche anche questa torna al punto di partenza, al preciso istante dove tutto ha avuto inizio, a quella frazione di secondo in cui ogni cosa è cambiata. Così oggi sta per iniziare un’altra storia, sempre a due cilindri e sempre a due ruote e sarà di nuovo una Guzzi. Oggi è arrivato il momento di rimettersi in sella.
